martedì 21 ottobre 2008

Probemi di pressione alta? fatevi una tazza di brodo di pollo!

Probemi di pressione alta? fatevi una tazza di brodo di pollo!

Il brodo di pollo, già tradizionalmente utilizzato per combattere il raffreddore, pare avere proprietà preziose anche per tenere a bada la pressione alta.
A sostenerlo sono un gruppo di ricercatori giapponesi che, sul “Journal of Agrecultural and Food Chemistry” pubblicano i risultati di un’esperimento che ha coinvolto cavie e che ha dato risultati davvero sorprendenti.
Già da tempo si sapeva che nel petto di pollo si trova il collagene, una proteina che ha effetti paragonabile agli ace inibitori, i farmaci utilizzati per tenere sotto controllo la pressione alta. Questa proteina si trova però in quantitativi molto ridotti e non si presta dunque ad essere realmente assimilabile con un vantaggio per la salute, ma proseguendo negli studi il team giapponese ha scoperto che sono invece particolarmente ricchi di questa proteina i piedi e le zampe del pollo, spesso scartati nei tagli di macelleria ma, secondo i ricercatori, talmente preziosi che meritano una rivalutazione generale per essere impiegati in un “tradizionale brodo di pollo” che ha il vantaggio di risultare molto utile a coloro che hanno problemi di pressione alta.

mercoledì 15 ottobre 2008

La ricerca scientifica fa passi da gigante per contrastare il tumore al pancreas

Parliamo di cancro al pancreas, una delle cause di morte più diffuse e uno di quei verdetti, che, purtroppo, lasciano senza speranze...
La notizia di oggi, però, le speranze le vuole proprio animare, pare infatti che la ricerca scientifica abbia ottenuto un grandissimo risultato per contrastare questo tipo di terribile tumore e anche se i risultati, o la sperimentazione sull’uomo, non sono ancora immediati, le premesse sono sicuramente degne di attenzione.
La scoperta consiste nella constatazione che le nanoparticelle con tossina difterica siano un distruttore totale per le particelle cancerogenene che intaccano il pancreas, inibendo tali cellule completamente in pochissimi giorni. Il trattamento pare essere particolarmente mirato e riuscire a colpire solo ed escluvisamente le particelle cancerogene del pancreas causandone un riassorbimento (o per meglio dire, la morte stessa delle cellule) in soli sei giorni.

mercoledì 8 ottobre 2008

Il San Raffaele porta avanti una ricerca innovativa per combattere i tumori

L’Ospedale San Raffaele di Milano è protagonista di una ricerca assolutamente innovativa per la lotta ai tumori, ricerca che per ora ha visto la sperimentazione animale dare ottimi risultati e lasciare intravedere nuove speranze a tutta l’umanità.
Il tutto nasce dalla scoperta che le cellule stesse del sangue, trasformate geneticamente, possono produrre una sostanza anti cancro naturale, l’interferone alfa. Il problema si verificava però in fase di dosaggio e somministrazione, l’inserimento del biofarmaco direttamente nel tumore garantisce una maggior efficacia richiedendo minor tossicità di trattamento ma fino ad oggi il problema del dosaggio adeguato ha sollevato molti problemi richiedendo l’utilizzo di alte dosi di proteina che spesso si dimostravano tossiche e richiedevano la sospensione della terapia. Come dire, si aveva un ottimo strumento biologico per combattere i tumori dall’interno ma non si riusciva ad usarlo adeguatamente perchè la sua introduzione nel corpo umano rappresentava un ostacolo che ne invalidava i risultati.

mercoledì 24 settembre 2008

Da un'email, il consiglio di non bere l'acqua lasciata in macchina e intossicata dal calore

Inoltro il testo di una mail che mi è arrivata nella posta elettronica.
La inoltro così come mi è arrivata, senza provvedere ad ulteriori accertamenti a suffragio della fonte, questa precisazione è doverosa in quanto le fonti alle quali attingo per la pubblicazione dei miei post è sempre molto accurata e si limita sempre a fonti ufficiali, perchè, come sappiamo bene, con la salute non si scherza.
Ma queste email che girano possono essere un veicolo di informazioni molto utile, e dunque, copio e incollo anche io:

Acqua in bottiglia di plastica che si lascia in macchina:
Se sei una di quelle persone che lascia la sua bottiglia di plastica in macchina, durante i giorni caldi e bevi l'acqua dopo, quando torni in auto, corri il rischio di ammalarti di cancro al seno!
Sheryl Crow ha detto, nel corso del programma di Ellen, che in questa maniera aveva contratto il cancro al seno.
I medici hanno spiegato che il caldo fa sì che la plastica emetta tossine tossiche che portano a contrarre il cancro al seno.
Le tossine tossiche della plastica sono le stesse trovate nei tessuti dei seni con cancro.
Di conseguenza, per favore, NON bere da quella bottiglia che hai lasciato in macchina e diffondi questa informazione a tutte le donne della/nella tuavita che conosci.
Queste genere d'informazioni sono quelle che dobbiamo sapere affinché tutte le donne siano a conoscenza e possono forse salvarsi da questaorribile malattia....
PER FAVORE NON TENERE SOLO PER TE QUESTA INFORMAZIONE...

martedì 16 settembre 2008

Parliamo di malattie rare, e facciamolo ad arte....

Una bella iniziativa, questa promossa dal Centro Nazionale Malattie Rare dell’Istituto Superiore di Sanità, che tramite un bando di concorso pluriartistico si pone l’obiettivo di puntare i riflettori sulle malattie rare e sulla condizione di chi è costretto a conviverci.
L’arte quale forma di comunicazione massima, l’arte come forma d’espressione poliedrica che passa dal disegno e dal dipinto, attraversa la poesia e il racconto, si esprime con la scultura, con la fotografia, con ogni mezzo di cui l’uomo è capace per poter esprimere un pensiero, un’idea, una situazione....
Il concorso è aperto a tutti, l’obiettivo è quello di comunicare e non di isolare, semmai di cercare di uscire dall’isolamento psicologico e sociale che può essere la prigione di chi è costretto a vivere in condizioni di malattia acuite dalla consapevolezza di essere “pochi”.
Un concorso per fare emergere la voglia di parlare e di confrontarsi per combattere il buio del vicolo chiuso, della sensazione di abbandono, della condizione di isolamento asfittica e disperata di chi vive emarginato dai grandi canali farmaceutici di ricerca e di produzione.
Chi volesse portare il proprio contributo al concorso “IL VOLO DI PEGASO” può rivolgersi alla Segreteria del Concorso (concorsopegaso@iss.itt; telefono 06-49906005 dalle 9.00 alle 13.00, o scaricare Il regolamento).
IL termine di scadenza per la presentazione dei propri elaborati è stabilito nel 1 novembre 2008.

domenica 31 agosto 2008

Stufi di un vecchio tatuaggio? oggi si toglie con la crema!

Siete stufi di un vecchio tatuaggio con il quale avevate inciso, magari, il nome del vostro fidanzatino sedicenne sulla spalla e volete sbarazzarvene? E' in arrivo una crema dagli Stati Uniti che promette la rimozione dei tatuaggi grazie ad un procedimento di assimilazione affine, ovvero viene iniettata attraverso una sorta di pistola simile a quella usata proprio per tatuare. La crema agisce in modo sottocutaneo, viene assorbita dalle cellule pigmentate e si attacca al pigmento.
Nella parte di pelle trattata si forma una crosta che cade dopo alcune settimane portandosi dietro anche il tatuaggio, anche se in alcuni casi un trattamento pare non sia sufficiente e occorra ripeterlo.

Questa crema si affiancherebbe al vecchio laser, con le prospettive di sostituirlo del tutto se davvero sarà in grado di mantenere le promesse che azzarda in quanto rispetto al laser è meno costosa, meno dolorosa e non lascia cicatrici. Pare che anche il tasso di successo sia maggiore, ma intanto attendiamo di vederla anche in Italia per poter giudicare sulla sua efficacia.

sabato 30 agosto 2008

metalli pesanti nei medicinali ayurvedici

I medicinali ayurvedici sono diventati, da qualche anno, oggetto di compravendite online fuori da ogni controllo sanitario, questo perchè, in quanto considerati "non medicinali" riescono ad eludere tutta una serie di controlli ai quali invece i medicinali veri e propri devono essere sottoposti per tutelare la salute della collettività.
Da una serie di controlli è emerso che il quantitativo di metalli pesanti contenuto in questi medicinali ayurvedici è esponenzialmente superiore ai limiti considerati "innocui" per la salute dell'individuo, arrivando a toccare livelli anche di 10.000 volte superiori a quelli accettabili.

La medicina ayurvedica offre due tipi di preparati, quelli definiti 'Rasa Shastra' non utilizzano soltanto erbe ed elementi naturali ma anche metalli pesanti quali il piombo, mercurio, ferro, zinco, mica e perla.
L'altro tipo di medicinali ayurvedici è naturale ed è frutto di preparazioni completamente erboristiche.

I casi di avvelentamento da metalli pesanti sono aumentati molto negli ultimi anni, senza contare che problemi quali l'autismo sono considerati, secondo il recente approccio scientifico, frutto in gran parte dell'avvelentamento da metalli pesanti.

Come dire, a volter evitare la medicina tradizionale per cercare rimedi naturali, si rischia di danneggiare enormemente se ed i propri figli.

Informatevi attentamente prima di assumere qualsiasi preparato, il fatto che circoli liberamente su internet non signifca necessariamente che sia innocuo.

venerdì 29 agosto 2008

Le uova fanno bene. Ma lo sapevate che....

Una nuova ricerca condotta dalla Surrey University smentirebbe il “luogo comune” che dice di moderare l’uso di uova in quanto alimento che innalza i livelli di colesterolo.
Pare che non sia così. Le uova fanno bene, e abusarne non nuoce alla salute.
Il colesterolo prodotto dalle uova è di tipo “hdl” ovvero il “colesterolo buono” che aiuta a ridurre quello cattivo, il tipo “Ldl”, proteggendo dalle malattie cardiovascolari.

I benefici prodotti dalle uova poi sono tanti: il tuorlo protegge la retina dalla degenerazione riducendo il rischio di soffrire di catarratta; protegge il cuore utilizzando il fattore “colesterolo buono contro quello cattivo”; contengono molte vitamine essenziali, ovvero A, D e K, essenziali per la vista, per l’assorbimento del calcio e quindi per la salute delle ossa e per la coagulazione del sangue; aiutano a controllare il peso, infatti la leucina contenuta nelle uova riduce la perdita muscolare e aumenta la combustione dei grassi; prevengono il diabete, stabilizzando i livelli di zucchero; aiutano a mantenere l’equilibrio della salute mentale, in quanto ricche di minerali e specialmente di iodio, elemento indispensabile per la tiroide; previene il cancro, questo almeno a sostenero sono alcuni ricercatori della Harvarc Medical School che hanno constatato come le adolescenti che mangiassero uova avessero meno probabilità di sviluppare il cancro al seno.

Tutti ottimi motivi per introdurre le uova nella nostra alimentazione quotidiana senza più il timore di abusarne e di nuocere alla nostra salute.

domenica 27 luglio 2008

Ma chi l’ha detto che bere tanta acqua fa bene?

D’accordo l’idratazione, ma questa mania di bere più acqua di quanto il nostro corpo ne richieda, alla lunga, può diventare davvero pericolosa. E’ successo, per esempio, ad una donna inglese che ha subito gravi danni fisici in seguito ad una dieta denominata “disintossicante” dove l’imperativo era bere tanta acqua.... L’intossicazione da acqua avviene quando, per via dell’acqua assunta in eccesso, il sale nel sangue si diluisce e la soluzione che ne risulta è inferiore a quella nelle cellule e negli organi, in questo modo l’acqua passa direttamente negli organi, gonfiandoli e compromettendone la funzionalità, con conseguenze che possono essere anche fatali.
Ma allora, chi ha detto che bere tanta acqua fa bene? Dietro a questa affermazione c’è soprattutto una riuscita campagna di marketing, ma non vi è alcuna base scientifica. L’idratazione è ovviamente una condizione necessaria ma bere più acqua di quanto il nostro organismo ne richieda no, il corpo umano ha già i suoi canali per liberarsi delle tossine, principalmente attraverso il fegato. Anche il Dr. Graham MacGregor, noto specialista dei reni, intervistato sull’argomento, ha affermato che l’eccesso di acqua non può che turbare il naturale equilibrio fisico e causare danni, spesso imprevisti.
Qual’è allora la quantità di acqua ideale da assumere?
Beh, non c’è una risposta universale, le esigenze delle persone sono diverse e dipendono da molti fattori tra cui il clima, l’attività fisica, l’età ecc.. Dunque è bene bere per soddisfare un’esigenza personale ma non bere in modo meccanico ingurgitando più acqua di quanta ne occorre realmente al nostro corpo.

giovedì 24 luglio 2008

Ribadita la pericolosità dei cellulari

E’ solo di pochi giorni fa lo “smascheramento” della bufala del video circolato su youtube con il quale si pretendeva di dimostrare che alcuni telefonini in vicinanza potessero fare cuocere i popcorn, falso scientifico archietettato da alcuni pubblicitari che avevano “nascosto “ un forno a microonde sotto al tavolo. Ma l’allarme “danno da cellulari” non è affatto passato, anzi, nonostante questi tentativi di strumentalizzazione a dirci oggi che dobbiamo adottare precauzioni maggiori nelle nostre abitudini con il telefono cellulare è il Direttore dell’istituto oncologico dell’Università di Pittsburg, ronald Herbman.
Secondo Herbman occorreranno molti anni per dimostrare gli effetti devastanti che i telefoni cellulari possono causare sull’uomo, ed è fondamentale iniziare a modificare le proprie abitudini per tutelare la propria e l’altrui salute, iniziando per esempio ad usare gli auricolari ed evitando di utilizzare il cellulare nei luoghi piccole e affollati, come autobus e acensori, per non nuocere alla salute altrui. Le persone che dovrebbero essere maggiormente tutelate, sempre per il Dr. Herbman, sono i bambini, in quanto il loro cervello, non ancora completamente formato ma in fase di crescita, rischia particolarmente di essere compromesso.
Altri studi portati a termine in Francia e nello Utah avevano appena decretato che non è possibile dimostrare una connessione diretta tra tumori al cervello e utilizzo del telefono cellulare, ciò non toglie che le preoccupazioni espresse dal Dr. Herbman siano più che lecite e condivisibili e che il suo invito a “prevenire” con comportamenti volti a tutelare la salute, per quanto non ancora suffragati da basi scientifiche “certe” siano preziosi consigli che sarebbe opportuno adottare.

giovedì 17 luglio 2008

evitate le noccioline in gravidanza

Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori danesi ha dimostrato che cibarsi di noccioline in gravidanza può rivelarsi nocivo per il feto. Lo studio comprendeva un’analisi delle abitudini alimentari di un folto gruppo di donne incinte, e poi nel successivo monitoraggio dei bambini fino all’ottavo anno di età, periodo nel quale si è dimostrato che se le mamme, in gravidanza, consumavano regolarmente noccioline i bambini avevano il 50% di possibilità in più di sviluppare l’asma.
Le noccioline contengono dei potenti allergeni che agiscono sul feto sensibilizzando e rendendolo maggiormente vulnerabile. L’allergia generata dalle noccioline è considerata piuttosto seria, raramente passa con l’età e può generare uno shock anafilattico.
Dallo stesso studio emerge invece che i bambini meno colpiti da allergie sono quelli le cui madri si sono nutrite di abbondanti frutta e verdura in gravidanza.
Quindi, se attendete un bambino o pensate nel futuro di volere una gravidanza, ricordate che l’alimentazione è importante, frutta e verdura potranno apportare benefici al nascituro e per quanto riguarda le noccioline..... meglio evitare!

evitate le noccioline in gravidanza

Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori danesi ha dimostrato che cibarsi di noccioline in gravidanza può rivelarsi nocivo per il feto. Lo studio comprendeva un’analisi delle abitudini alimentari di un folto gruppo di donne incinte, e poi nel successivo monitoraggio dei bambini fino all’ottavo anno di età, periodo nel quale si è dimostrato che se le mamme, in gravidanza, consumavano regolarmente noccioline i bambini avevano il 50% di possibilità in più di sviluppare l’asma.
Le noccioline contengono dei potenti allergeni che agiscono sul feto sensibilizzando e rendendolo maggiormente vulnerabile. L’allergia generata dalle noccioline è considerata piuttosto seria, raramente passa con l’età e può generare uno shock anafilattico.
Dallo stesso studio emerge invece che i bambini meno colpiti da allergie sono quelli le cui madri si sono nutrite di abbondanti frutta e verdura in gravidanza.
Quindi, se attendete un bambino o pensate nel futuro di volere una gravidanza, ricordate che l’alimentazione è importante, frutta e verdura potranno apportare benefici al nascituro e per quanto riguarda le noccioline..... meglio evitare!

sabato 12 luglio 2008

Le incognite del sesso

Sul sesso pensiamo di essere tutti maestri, non solo ci addentriamo nel discorso della sessualità ma le nostre pretese di saccenza si arrischiano spesso senza troppa competenza di causa anche nei risvolti psicologici delle sessualità diverse dalla nostra, e per alcuni “giudicare” diventa più che facile, quasi automatico....
Ma ci sono casi in cui neanche la scienza riesce a pronunciarsi senza qualche dubbio....
Il disturbo di identità di genere è causato da un’alterazione genetica che impedisce ai nascituri di sviluppare integralmente il proprio apparato sessuale e attribuendo loro organi sessuali incerti, incompleti o in conflitto con quello che è il patrimonio genetico della persona.
Possono nascere bambini con organi genitali femminili e un patrimonio genetico maschile, e il problema emerge generalmente nella pubertà con l’assenza delle mestruazioni, o possono esserci casi in cui è difficile attribuire un sesso ad un neonato per via della conformazione ambigua dell’organo sessuale.
Generalmente comunque le persone affette da Dig sono sterili perchè internamente gli organi sessuali non sono completi.
Da oggi, però, la ricerca può offrire un po’ di sostegno in più ai genitori e alle persone che si trovano a vivere con la necessità di attribuire un’identità sessuale, infatti è stata scoperta la mutazione genetica che impedisce agli organi maschili di svilupparsi pienamente, impedendo di fatto l’evoluzione dei testicoli, conoscendo esattamente il punto in cui lo sviluppo dei testicoli viene bloccato potrebbe essere più facile comprendere l’esatta natura sessuale individuale e quindi intervenire, chirurgicamente o tramite terapia ormonale.
Certo non sono scelte facili da prendere, le ripercussioni sulla vita rischiano di essere devastanti e bisogna ponderare tutti gli aspetti psicologici della scelta oltre che il dato “fisico”.
Il disturbo di identità di genere colpisce un neonato su 4500, una percentuale di incidenza altissima, ma allora perchè non se ne parla mai?

martedì 8 luglio 2008

Mal di schiena. Un approccio decisamente alternativo per sconfiggerlo

Soffrite spesso di mal di schiena e non riuscite a trovare la causa del vostro malessere? Molto interessante e pare altamente accreditata a livello scientifico la tesi di Simon King, un famoso chiropratico, che afferma che l’equilibrio del corpo rischia di essere compromesso dall’utilizzo dei metalli, e dunque orecchini, piercing, monili e anche le otturazioni dentarie possono influire direttamente sull’assimetria del corpo, innescando una reazione a catena per cui i muscoli, avvertendo una minaccia, tentano di allontanarla producendo movimenti e contrazioni che portano al dolore cronico. Allontanata la causa di tali rigidità, ovvero il metallo a contatto con il corpo, i muscoli tornano nella loro posizione normale e la sofferenza termina.
Quindi se soffrite di mal di schiena e avvertite un malessere non attribuibile ad altre patologie, provate a sostituire i vostri articoli di bigiotteria in ferro con altri di materiale acrilico, sulle otturazioni non mi pronuncio, ma se allontanare un piercing o un anello può restituire il benessere, perchè non provare. Male non fa.

giovedì 3 luglio 2008

Contrastare l'allergia in modo naturale

Se soffrite di rinite allergica e siete costantemente affetti dalla febbre da fieno, ecco un rimedio naturale che può aiutarvi a combatterla: assumete latte con probiotici, ovvero batteri vivi che aiutano a migliorare l’equilibrio microbiotico intestinale.
Da una ricerca effettuata su un campione di persone divisi in due gruppi di cui uno ha assunto un placebo e uno latte con probiotici è stato dimostrato, sul lungo periodo, che il miglioramento immunitario era sostanziale.
La ricerca è stata condotta dall’Insitute of Food Research, nel Regno Unito, e l’obiettivo era quello di contrastare con un approccio alternativo e più naturale una delle malattie più diffuse e fastidiose con cui la popolazione del mondo civilizzato si trova a convivere, ovvero l’allergia da pollini.

Se anche voi ne soffrite, perchè non provare dunque? Aumentate i probiotici nella vostra dieta, male non fanno sicuramente ma se anche la vostra rinite ne ottiene dei benefici, allora ne vale davvero la pena!

mercoledì 2 luglio 2008

Una vita migliore per i paralizzati totali. Quando la tecnologia aiuta davvero...

Ecco che finalmente la tecnologia ci stupisce, piacevolmente, presentandoci un’invenzione che rivoluzionerà la vita di molte persone, ovvero coloro che sono vittime di paralisi totali e che sono costrette a vivere, pur lucidamente, in un corpo che non permette alcun movimento. O quasi. E si, perchè partendo dal presupposto che la lingua viene comandata da nervi cranici che restano intatti nei casi di traumi spinali si è studiato il modo di amplificarne i movimenti e i segnali, decodificandoli poi con un sistema wireless che, da un magnete delle dimensioni di un chicco di riso posizionato sulla lingua, si dirama ad una cuffia e da questa alle apprecchiature tecnologiche collegate senza fili.
In pratica, persone costrette all’immobilità totale potranno azionare la propria carrozzella o comunicare tramite un pc, e chissà quante altre applicazioni potranno essere estese in futuro, quando questa tecnologia sarà diffusa e da una sperimentazione iniziale si passerà ad una fase di affinamento tecnologica.
Quello che servirà sarà sostanzialmente un addestramento tale da fare corrispondere ad ogni movimento un segnale determinato, al quale si sarà associata un’operazione, il movimento della lingua inviando l‘input permetterà di sconfiggere la barriera dell’isolamento fisico e comunicativo e restituirà alle persone paralizzate integralmente parte dell’autonomia che, sicuramente, aumenterà la loro qualità di vita.

L’innovazione di questa tecnologia sta nel fatto di non essere particolarmente invasiva, spostando la ricerca e la sperimentazione da ambiti nel quale era necessario utilizzare sensori direttamente conficcati nel cervello o di captare direttamente gli impulsi del cervello .
E per questa grande applicazione tecnologica dobbiamo ringraziare Maysam Ghovanloo della Georgia Tech School of Electrical and Computer Engineering che ha brevettato la “tongue drive”.

martedì 1 luglio 2008

Una storia da raccontare

Che le multinazionali del farmaco siano tra le aziende più agguerrite e spesso spietate di un mercato senza scrupoli è spesso testimoniato da eventi e notizie di cronaca, ma questa storia è diversa, e ve la voglio raccontare. La Pfizer ha deciso di riprendere la produzione di un farmaco che aveva recentemente interrotto perchè si è rivelata vitale per un bambino, un solo bambino che però ha dimostrato di avere bisogno esattamente di quel farmaco, con quei dosaggi e quella posologia, per poter sopravvivere all’aciduria metilmalonica con omocistinuria. Il bimbo di tre anni abita in Sardegna e la sua rara malattia deve avere toccato il cuore di questi “grandi” produttori che, mano sulla coscienza, appreso il fatto che per il piccolo Stefano il farmaco aveva assunto i connotati di un farmaco salvavita, hanno deciso di continuare la produzione.
Certo non se ne sentono molte di storie come questa e indipendentemente dal costo del farmaco e dai costi sostenuti per proseguire una commercializzazione che si era ritenuto più conveniente interrompere, la Pfizer ha dimostrato di avere un’anima e di lavorare per il benessere reale delle persone. Non da ultimo il fatto che abbia immediatamente provveduto a fornire il medico curante del piccolo di scorte tali da permettere il proseguimento della cura fino a settembre, data in cui, si presume, il farmaco sia nuovamente in farmacia.

Ai genitori del piccolo Stefano tutta la nostra solidarietà, ai genitori di tutti gli altri bambini malati che vivono situazioni simili la speranza che questa storia possa essere accolta anche da altre case farmaceutiche e che la vita di un solo individuo sia considerata sacra e inviolabile esattamente come la ricerca empirica per tutelare la salute della massa.

mercoledì 11 giugno 2008

Brava l'asl di Viterbo

Brava l’asl di Viterbo!
Parte da Viterbo, e parte ben 16 anni fa, un progetto che merita un riconoscimento sociale di altissimo livello, pur non avendo avuto seguito presso altre asl....
Ecco di cosa si tratta.
Denti. Protesi dentarie e apparecchi ortodontici mobili a prezzi sociali.
Quello che viene sbandierato spesso come obiettivo politico in previsione di campagne elettorali, a Viterbo è stato realizzato in concreto ed è attivo da più di 15 anni, un progetto un po’ scomodo, forse, motivo per cui se ne parla poco, un progetto a cui molte altre asl anche più “ricche” avrebbero dovuto, moralmente, accodarsi per seguirne l’esempio, cosa che non è stata fatta....
Il Governo, la politica, gli amministratori dei Grandi Ministeri come delle piccole Asl locali dovrebbero riflettere sulla condizione psicologica di chi si trova a convivere con un disagio economico sempre più crescente e mal dissimulato e l’impossibilità materiale di accedere ad un servizio dentistico di qualità ed economicamente “corretto”. Per andare dal dentista occorre indebitarsi, e sentirsi poi ancora proporre la classica fattura con iva o....., alla faccia dei luoghi comuni gli interventi dentistici sono diventati assolutamente troppo cari, difficili anche da giustificare, va bene l’alta professionalità, va bene la tecnologia e l’attrezzatura, va bene tutto.... ma non esageriamo! Quanto meno il servizio sanitario dovrebbe aprire gli occhi di fronte ad un bisogno diventato urgente della società e contribuire a diminuire il disagio sociale, economico e psicologico che una dentatura problematica presenta.
Senza contare gli apparecchi orodontici, ma a cosa serve tanta scienza e tanta tecnologia se poi non si riesce ad abbassare il prezzo di un apparecchio che possa dare a tutti i bambini la possibilità di una dentatura sana e corretta?
A Viterbo i prezzi “sociali” sono stati fissati nel 1992 e non sono mai stati ritoccati!
Lo staff che opera in questo progetto, ben conscio del ruolo sociale oltre che sanitario del proprio ruolo, è uno staff di altissimo livello, capitanati dall’odontroiatra e medico chirurgo sumaista Massimo Formini ci sono i collaboratori Luigi Calcagni, Enrico Bartolini, Piero Puntuali e Paolo Paolini, e il loro lavoro è svolto con dedizione assoluta, tanto da “esulare” spesso da quelli che sarebbero gli obblighi del ruolo e sconfinare in una sfera di disponibilità personale assoluta, estendendo le visite anche all’assistenza domiciliare.
Se avete la fortuna di abitare a Viterbo e avete la necessità di prendere contatti con loro, questo è il numero verde del Cup, 803333.
E gli altri?

martedì 10 giugno 2008

Ricerca: gastrite, ulcera e cancro. Forse un vaccino all'orizzonte

La casa farmaceutica Novartis sta studiando un vaccino rivoluzionario che dovrebbe neutralizzare il batterio “Helicobacter pylori”,responsabile della gastrite, dell’ulcera e del cancro allo stomaco.

La ricerca è ancora in fase iniziale ma i primi risultati sono incoraggianti, il vaccino è stato ben tollerato e ha dimostrato capacità di intervenire immunitariamente contro il germe che infetta oltre l'80% della popolazione adulta dei paesi in via di sviluppo e tra il 20 e il 50% della popolazione adulta dei paesi sviluppati.

Per tutto quanto riguard la gastrite vi rimando al blog e al forum di gastrite cronica.

lunedì 9 giugno 2008

Ricerca, acquisizioni e nuove speranze nel Resveratrol

Una grossa operazione commerciale ha destato l'attenzione dell'operazione pubblica, puntando i riflettori sul Resveratrol, una sostanza dai benefici ancora in fase di sperimentazione che si trova nella buccia dell’uva rossa.
L’operazione commerciale è quella che vede un’acquisizione, da parte di un colosso farmaceutico quale è la GlaxoSmithskline di una giovane compagnia di ricerca fondata nel 2004 dal Dr. David Sinclar, docente alla medical Shool di Harvard. Insomma, uno che ci capisce e che ha avuto una grande intuizione iniziando a studiare questa sostanza che, pur essendo ad oggi stata sperimentata solo sui topi e non avere ancora dei dati analitici di riscontro, pare essere davvero straordinaria. I topi sottoposti alla ricerca hanno dimostrato una maggior longevità, minor predisposizione all’obesità e maggior resistenza a malattie quali diabete, cancro e morbo di Alzheimer.
Si presume che i lavori di rircerca proseguiranno, con l’obiettivo di sintetizzare il resveratrol in una compressa commercializzabile nelle farmacie, sui benefici a livello umano non ci sono ancora riscontri ma il costo dell’acquisizione lascia ben intuire la portata di questa scoperta: la piccola società di ricerca è stata acquistata per 450 milioni di euro.
Sperando che da questa ricerca possano arrivare benefici per la salute collettiva, credo che abbiamo tutti un motivo in più per mangiare l’uva rossa.....

giovedì 5 giugno 2008

un test preventivo per diagnosticare il tumore al polmone

I ricercatori dell’Università di Colonia, in Germania, stanno lavorando ad un progetto innovativo che permetterà di diagnosticare il tumore al polmone allo stadio iniziale oltre ad identificarne il rischio di sviluppo nell’arco di due anni. E tutto questo, diagnosi precoce e prevenzione, con un solo esame del sangue.
Il tumore al polmone è attualmente una delle maggiori cause di mortalità, soprattutto per la difficoltà di effettuare una corretta diagnosi nelle fasi iniziali.
Sicuramente questo test rappresenterà un grande passo avanti della scienza e della ricerca.

mercoledì 4 giugno 2008

Attenti alle infradito!

L’uso, o meglio, l’abuso delle scarpe infradito può agire in maniera problematica su piedi e gambe, modificando la camminata e causando un affaticamento dettato da postura errata sulla fascia muscolare della caviglia. Le infradito condizionerebbero il modo di appoggiare il piede per terra con conseguenze sulla camminata. Ad affermarlo è uno studio della Auburn University dell’Alabama, i cui ricercatori hanno constatato che con la scarpa ad infradito il passo è più corto di quanto non risulta con altre calzature e il tallone si posa a terra con minor spinta verticale. Deformando l’abituale modo di camminare, le conseguenze possono estendersi a problemi a piedi e gambe. Il consiglio che viene dato è di limitare l’utilizzo di questo tipo di calzature sostituendolo, quando possibile, con altre calzature più adatte a rispettare l’ergonomia del corpo.

martedì 3 giugno 2008

nuove speranze per combattere il tumore al rene

Il tumore al rene è uno dei più devastanti con cui la ricerca scientifica si trova a combattere per cercare nuove strategie di attacco, le peculiarità di questo carcinoma lo rendono uno dei più difficili da trattare in quanto “non esistono screening di nessun tipo, da' pochi segni di se' e quei pochi sono aspecifici, ed e' quindi molto difficile arrivare a una diagnosi precoce." A sostenerlo è il Prof Camillo Porta, Oncologo presso l’IRCSS San Matteo di Pavia che presenta anche dati statistici allarmati. Ogni anno si registrano 200.000 nuovi casi, di cui 8.500 solo in Italia con un trend di aumento dagli anni ’60 ad oggi del 350% , il tasso di mortalità e del 50%, nel 35% dei casi viene diagnosticato quando il tumore si trova ad uno stato già incurabile mentre in un altro 35% delle diagnosi il tumore è già in fase molto avanzata.
Ma la ricerca, fortunatamente, procede, e dal lavoro di professionisti seri, motivati (e, almeno in Italia, sottopagati) arrivano quotidianamente nuove speranze che rincuorano e incoraggiano chi si trova a convivere con malattie devastanti fisicamente e psicologicamente. E anche per combattere il tumore al rene si è fatto un passo in avanti. Le speranze di guarigione sono aumentate grazie all’impiego dei farmaci biologici , nel caso specifico il “primo anticorpo monoclonale che inibisce l’angiogenesi e affama il tumore” si chiama “bevacizumab”. Aggiunto alle terapie standard questo anticorpo aumenta significativamente il tempo di vita dei pazienti inibendo il degenerare della malattia.
E’ un passo in avanti importante, un altro traguardo raggiunto dalla volontà umana di combattere le malattie e difendere la vita.

venerdì 30 maggio 2008

In arrivo l'echolaser

La società italiana Esaote ha sviluppato l’echolaser, uno strumento innovativo che integra le funzioni del laser con quelle degli ultrasuoni per trattare i tumori.
L’applicazione del laser pare essere particolarmente indicata per il trattamento dei noduli tiroidei, terapia alternativa alla chirurgia, molto interessanti gli impieghi auspicabili sulle lesioni maligne del fegato, patologia che rappresenta la terza causa di morte per tumori, inoltre sono applicabili anche trattamenti al fibroma uterino e ad altre patologie.


I vantaggi offerti da questa nuova tecnologia consistono in una migliore predicibilità di dimensione, forma e volume dell’area da trattare oltre al fatto di poter trattare zone poste nell’immediata vicinanza di zone critiche come le strutture vascolari.
Rispetto ad altre terapie, questo laser risulta meno invasivo perchè si avvale di aghi di dimensioni minime, garantisce un’adeguata precisione , ripetibilità di trattamento ed emette energie inferiori agli strumenti generalmente usati per combattere queste patologie.

giovedì 29 maggio 2008

Nuova sperimentazione per i malati di diabete di tipo 1

Nuove frontiere si aprono per le persone che soffrono di diabete di tipo 1, è infatti in partenza una nuova sperimentazione, gestita da una collaborazione tra la statunitense Juvenile Diabetes Research Foundation, l’Università di Montpellier e l’Università di Padova mirata a sviluppare un pancreas artificiale.
La sperimentazione consisterà nell’introduzione di un dispositivo con lo scopo di soppiantare la necessità del monitoraggio dei livelli di glicemia per la conseguente somministrazione di insulina, detto dispositivo dovrà essere indossato e la trasmissione dei dati avviene via radio attraverso un sensore di monitoraggio. Un sofisticato programma rielaborerà i dati e permetterà il rilascio dell’insulina necessaria. In questo modo la qualità della vita di chi soffre di diabete di tipo 1 potrà migliorare, potendo fare affidamento su uno strumento attendibile e sempre in funzione che permette il controllo e la valutazione di intervento sui livelli di insulina.
Altra particolarità di questa ricerca riguarda la prima fase della sperimentazione che è avvenuta su pazienti “virtuali” tramite simulazioni informatiche, potendo così evitare la sperimentazione sugli animali, e anche questo è un grandissimo passo avanti della scienza e forse della coscienza dei nostri bravi ricercatori.

mercoledì 28 maggio 2008

guarire dall'autismo si può

Parliamo di autismo. Di nuovo. E si, di autismo bisogna continuare a parlare, e anche tanto, perchè è il modo migliore di tenere alta l’attenzione dei mass media su un problema che, “se non tocca da vicino” spesso, “non riguarda.....”
L’autismo colpisce con un’incidenza che varia da 2 a 20 persone ogni 10.000, questo è quello che dicono i dati statistici ma..... pensateci bene, quante gente conoscete che ha un parente con problemi di autismo? Le cifre sembrano tradirsi, il problema sembra più vasto, e il fatto che si presenti nella primissima infanzia, quando le facoltà cognitive, di movimento e relazionali dovrebbero trovare una decisiva via di sviluppo , restandone invece profondamente minate, rende ancora più difficile accettare l’indifferenza scientifica verso questa patologia. Problemi psichiatrici. Dicevano. E chiudevano una cartella clinica con una parola che aveva il peso di una condanna, restituendo il malato alle cure della famiglia, intrappolata in un odissea di assistenzialismo privato e di isolamento pubblico. Ma ora qualcosa sta cambiando. Non la malattia, quella è rimasta la stessa, ma l’approccio con cui la si sta studiando, un punto di vista innovativo e illuminante che finalmente toglie il sigillo della condanna perenne di una vita privata di prospettive, di futuro, di qualsivoglia forma di indipendenza.
La svolta, a dire il vero, non è recentissima, il percorso è iniziato negli anni ’60 grazie alla determinazione di Bernard Rimland, un ricercatore padre di un bambino autistico che “non si arrende” di fronte al giudizio condiviso di debilitazione invalidante senza possibilità di recupero ma indaga, cerca, approfondisce, studia, sviscera la malattia sotto ogni punto di vista fino ad intraprendere dei “percorsi alternativi” che sono riusciti infine ad arrivare a grandi risultati. L’autismo non è più considerata una malattia di origine psicologica o psichiatrica ma “una sindrome biologica e metabolica che si manifesta in disordini fisiologici e biochimici rilevanti e che può essere causata o favorita dal sovrapporsi di fattori genetici e ambientali, di patologie metaboliche, intestinali, immunologiche, allergiche”. Certo non è facile identificare e risolvere problemi di natura così vasta che coinvolgono tanti specialisti in ambiti scientifici diversi quali immulogi, gastroenterologi, allergologi, studiosi degli effetti tossici dei metalli pesanti (argomento scottante questo, soprattutto per l’associazione con i vaccini....) ma con una buona collaborazione, con l’entusiasmo di un progetto che può ridare il senso di una vita vissuta a molte persone, con le conoscenze tecnologiche e le scoperte, ormai quotidiane, della ricerca, si può fare. Si deve fare. Si sta facendo. Il Dan è il movimento nato per sostenere gli studi e le singergie dei professionisti coinvolti, Defeat Autism Now per esteso, e bisogna sostenerlo con tutte le forze perchè sta facendo un lavoro veramente stupefacente. Coordinatore del Dan è Franco Verzella che investe energie e riversa entusiasmo contagioso nel progetto, cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica affinchè sostenga la battaglia a ridare agli autistici una vita piena e un futuro di progetti da realizzare.

Cambiando le prospettive di approccio emergono anche le prime speranze di miglioramento e di guarigione.

martedì 27 maggio 2008

Alleviamo le formiche!

Che in Cina si mangiassero le formiche (e non solo quelle, mi viene da pensare) già lo si sapeva, realtà o leggenda metropolitana che potesse sembrare. Ora però salta fuori che fanno bene. Pare che le formiche contengano due principi attivi antinfiammatori particolarmente efficaci contro l’altrite, l’epatite e altre malattie. Le sostanze trovate nelle formiche fanno parte della famiglia dei polichetidi e si trovano anche in funghi e piante. Cosa ne vorrà fare la scienza di questa scoperta è tutto da vedere. Interverrà l’oms per invitare a consumare le formiche in carpione? O sarà più semplice sintetizzare le sostanze attraverso un preparato farmacologico da ingoiare con un sorso d’acqua? Eppure sono esseri viventi anche loro, così piccole che quando le calpestiamo.....
Se qualcuno volesse comunque anticipare i tempi e prepararsi la propria ricetta medicamentosa, è importante sapere che la formica in questione, nel quale sono state isolate queste proprietà è la 'Polyrhacis lamellidens' diffusa in cina. Alleviamo formiche, allora!

lunedì 26 maggio 2008

le proprietà del lievito plasmolisato con erbe

Avete mai sentito parlare del lievito plasmolisato con erbe? E’ un prodotto completamente naturale, utilissimo per le donne in gravidanza perchè contiene grandi quantità di ferro. L’anemia è una delle patologie più diffuse in gravidanza, i valori degli esami ematici lo dimostrano ampiamente perchè il fabbisogno di una donna incinta triplica rispetto ad una non incinta, e spesso occorre ricorrere ad integratori a base di ferro. Oggi questi integratori potranno essere sostituiti dal lievito plasmolisato con erbe, un alimento naturale che se associato ad una dieta equilibrata ricca di frutta, verdura, proteine e carboidrati garantisce un equilibrio dei valori dell’emoglobina in modo completamente naturale.

sabato 24 maggio 2008

Attenzione alle iniezioni antirughe

La polialchilammide è la sostanza più diffusamente usata dai chirurghi plastici per gli impianti sottocutanei, tramite iniezione, al fine di ridurre (o eliminare addirittura) il problema delle rughe.

Scomparse le rughe dal volto, però, si scopre che i problemi causati da questa sostanza possono essere anche altri, e perdurare per molti mesi dopo l’impianto. Le reazioni immunitarie che si sono sviluppate in un gruppo di pazienti monitorati sono perdurate anche dopo i 2 anni, trascinandosi dietro problemi come febbre, artrite, secchezza della bocca e gonfiori nelle zone dove si è effettuato l’impianto.
Ancora non si è capito perchè si sviluppino queste reazioni, fatto sta che questi “effetti indesiderati” spesso vengono banalizzati od omessi completamente nella descrizione della procedura, anche la ricerca non sembra “incentivata” ad approfondire l’argomento.
Quando l’estetica conta più dell’etica.....

venerdì 23 maggio 2008

Arriva dalla Scozia la pillola dei sogni di molti

Auguriamoci che tra qualche anno non si scoprano effetti collaterali indesiderati legati all’uso di questa nuova superpillola che, si presume, creerà le code in farmacia esattamente come avviene in Giappone per il rilascio di una nuova consolle. Sono stati gli scozzesi a confezionarla, questa nuova superpillola che dovrebbe risvegliare il desiderio sessuale tanto negli uomini quanto nelle donne. E ringraziamo gli scozzesi per avere pensato anche alle donne, il viagra era un po’ maschilista nella sua concezione di sessualità “meccanica”. Questa pillola promette molto, ma molto di più. L’aumento della fertilità, per esempio, fattore non trascurabile soprattutto in considerazione del numero di coppie sempre più maggiore che cerca, affidandosi alla scienza, di risolvere piccoli o grandi problemi e raggiungere l’unico e semplice obiettivo di diventare genitori. Ma questa pillola vuole davvero strafare, e promette addirittura di fare dimagrire.
A questo punto una perplessità ce l’avrei. Fino ad oggi in commercio ci sono molti integratori che promettono di dimagrire, e alcuni farmaci anoressizzanti che certo non vengono prescritti con leggerezza, salvo poi il proliferare del mercato nero, ma se davvero esiste un qualcosa che fa dimagrire, possibile che sia stato trovato cercando tutt’altro?
L’ingrediente fondamentale sarebbe un ormone che rilascia la gonadotropina di tipo 2, quello che viene definito “il vero motore sessuale del sistema riproduttivo.”
La ricerca condotta sugli animali ha dato risultati molto positivi. Ma è raccapricciante sapere che queste cavie (tra cui scimmie) sono state sottoposte ad iniezioni (inizialmente direttamente nel cervello, poi fortunatamente solo più per via endovenosa) in seguito alle quali le si osservava accoppiarsi con vigore e rinnovato entuasismo tanto da trascurare le porzioni di cibo e ridurle di un terzo.
Per ora il farmaco è ancora sotto studio, si sta cercando di “adattarlo” alle esigenze umane, e chissà, quando finalmente arriverà nei banchi delle farmacie, se le promesse saranno mantenute e se la felicità sarà ingoiabile con un sorso d’acqua....

L'AIDS oggi

Oggi sappiamo più cose di quante non se sapessimo anni fa sull’AIDS, oggi la ricerca ha fatto grandi passi in avanti e il tasso di mortalità è passato dal 100% al 10%, non sono solo le aspettative di vita che si sono allungate, ma la qualità della stessa, la possibilità di condurre un’esistenza normale, nel rispetto della dignità umana e con la possibilità di “convivere” con quest’ombra meno minacciosa di un tempo.


Anni fa, per poter combattere l’AIDS, si era costretti ad assumere cocktail di farmaci micidiali, che potevano anche arrivare a 25 compresse al giorno, le conseguenze erano pesanti, sia psicologicamente, per il senso di impotenza che ne derivava, sia per i conflitti creati tra i medicinali stessi, che minavano ulteriormente la salute psicofisica del malato.

Oggi, non che l’AIDS debba essere sottovalutato, ma le condizioni di chi si trova a convivere con questa realtà non presentano più lo scenario disorientante di solo pochi anni fa.
Oggi basta una sola compressa al giorno, per esempio, per tenere sotto controllo la malattia.
Oggi il tasso di mortalità è pari a quello delle polmoniti.


La preoccupazione principale, piuttosto, sta nel fatto che, secondo le stime, il 40% della popolazione infetta da HiV non sa di essere malata, e continua le proprie normali abitudini di vita, trascurando di curare la propria salute e di prevenire il contagio nelle altre persone.


L’HIV, dice l’infettivologo Mauro Moroni, “ha cessato di essere un’epidemia diventando un’infezione endemica a trasmissione prevalentemente sessuale”.

giovedì 22 maggio 2008

indagare la stanchezza

Una buona percentuale delle persone che si recano dal medico, lamentano di essere stanche.
La stanchezza è spesso debilitante e le ripercussioni sulla vita normale possono essere anche gravi, le cause che la sviluppano possono essere tante, ed è compito del medico identificare l’origine della stanchezza.

Non sempre la stanchezza è sintomo di malattia, può essere legata a fasi o ad abitudini quotidiane, e una conseguenza dei nostri comportamenti o della reazione del nostro fisico.
L’esercizio fisico è la prima medicina per curare la stanchezza. Strano ma vero, proprio per i benefici che produce sul corpo aumentando la resistenza muscolare, scheletrica e cardiaca, e anche per l’effetto antidepressivo e calmante che agisce sul sistema nervoso. Iniziare un’attività fisica è un passo che non deve scoraggiare ma deve essere affrontato con un approccio positivo ma anche responsabile. L’allenamento, soprattutto nelle prime settimane, dovrà essere costante ma non troppo intensivo e non dovrà sottoporre i muscoli ad un affaticamento sproporzionato. Meglio iniziare per gradi, insomma, ma procedere con determinazione. Se dopo un periodo di attività fisica (qualche mese) la stanchezza non si riduce, aumentando la resistenza del corpo, è probabile che ci si sia sottoposti ad un esercizio eccessivo rispetto alle possibilità del proprio corpo.


Un’altra forma di stanchezza poco conosciuta può avere origine dalla masticazione e dall’abitudine di digrignare i denti, cause di un’infiammazione all’articolazione mandibolare all’angolo della mascella. La stanchezza, in questo caso, deriverebbe dalla tensione cronica e dal dolore.


Anche la sindrome premestruale può causare stanchezza, il modo migliore per individuare la causa è quello di tenere un’agenda dove annotare i giorni di stanchezza e i periodi del ciclo e poi valutarli con il proprio medico. Se chi soffre di stanchezza premestruale troverà dei giovamenti nella menopausa, questo non accade a molte donne che invece, con la fine naturale del ciclo o con l’asportazione di utero o ovaie, possono subire un picco di stanchezza, in parte anche legato agli aspetti psicologici della menopausa. In questo caso si potrà intervenire con un trattamento ormonale con estrogeni e progestinici.
Anche il cambio di stagione può generare stanchezza, soprattutto in primavera, di solito è una stanchezza passeggera che passa con l’abituarsi al nuovo clima, utile è intervenire con esercizio fisico e curando una dieta ricca di frutta e verdura fresca.
Chi trascorre tante ore davanti ad un videoterminale potrà sviluppare la “sindrome da video” i cui effetti sono tensione muscolare alla schiena, bruciore agli occhi e mal di testa, con conseguente stanchezza. Per prevenirla è importante assumere una posizione corretta davanti al computer, tenendo la schiena ben appoggiata al sedile e le spalle erette e il monitor all’altezza giusta o con la giusta inclinazione se troppo alto. Inoltre sono opportune piccole paure di relax ogni due ore ed esercizi rotatori della testa.
Le persone esposte ad alto stress lavorativo e con grosse responsabilità rischiano di vivere la stanchezza da surmenage intellettuale, certo il riposo è consigliato ma spesso è un rimedio temporaneo, più opportuno iniziare un programma di attività fisica e dedicarsi ad hobby distensivi che aiutino a distrarsi e ad allentare la tensione.
Una delle casuse più diffuse di stanchezza è la diretta conseguenza di un’alimentazione sbagliata. Colpisce chi mangia molto e abbonda con alcool, grassi e dolci. La pelle risulterà troppo grassa o troppo secca e i capelli opachi e fragili, si soffrirà anche di problemi intestinali e difficoltà digestive. In questo caso, l’unica soluzione è cambiare il tipo di alimentazione intraprendendo un regime dietetico sano ricco di frutta e verdura, accertandosi di non avere carenze di minerali.

Ma non sempre le cause di stanchezza sono evidenti e facili da inviduare, possono esserci molte persone che si sentono stanche pur escludendo tutti i fattori precedentemente analizzati, e la loro stanchezza assume spesso le forme di stanchezza cronica, è percepita come debilitante e influisce direttamente con le normali abitudini di vita.
Per indagare le origini della stanchezza, occorre escludere infezioni in corso, sia batteriche che virali o parassitarie, poi bisognerà vagliare le cause psicologiche, e valutare una possibile depressione o l’influenza di una malattia psicomotoria, valutare l’assunzione di farmaci (sedativi, ipnotici, tranquillanti, alangesici, steroidi o betabloccanti), escludere l’anemia, il diabete mellito e l’insufficienza surrenalica, gli squilibri dei valori del calcio e del sodio, valutare anche l’ipotirodismo o l’ipertiroidismo, esaminare le correlazioni con forme tumorali ed infine valutare la sindrome da fatica cronica.

Da un primo esame di laboratorio prescritto dal medico, che potrà diventare più approfondito qualora lo ritenga necessario, è possibile individuare le infezioni, le malattie del fegato e del rene, le malattie della tiroide, il diabete, gli squilibri metabolici, alcuni tumori e molte malattie di cuore e polmone.

La malattia di Addison è molto rara ma è causa di stanchezza cronica, è determinata da una deficienza della ghiandola cortico-surrenalica e spesso viene diagnosticata perchè il primo sintomo è lo scurirsi della pelle, seguito da perdita di appetito, nausea, dolori allo stomaco, perdita di equilibrio, bassa pressione sanguigna e bassi livelli nel sangue di zucchero e sodio o alti di potassio.
Anche una iperfunzionallità delle ghiandole surrenali possono causare la stanchezza, in questo caso si parla di sintrome di Cushing e si manifesta con aumento di peso, della peluria facciale, dell’acne e con un anomalo gonfiore del viso, un innalzamento della pressione e un forte cambiamento della personalità e una diminuzione della concentrazione.

La stanchezza cronica può essere anche un campanello d’allarme per individuare malattie cardiache prima che si sviluppino i tipici sintomi, e in questo caso sarà utile una radiografia del torace, un elettrocardiogramma e i test di funzionalità respiratoria.
Si può facilmente associare la stanchezza ad una malattia cardiaca quando è un fenomeno recente, sviluppatosi nelle ultime settimane o mesi, se già si sa di avere una malattia di cuore, se si ha oltre 50 anni e si è soggetti a dolore o pressione al torace, spalle, collo, mascella che emergono con l’esercizio fisico e migliorano con il riposo, se si ha una storia famigliare di arteriosclerosi, attacco di cuore o morte improvvisa precoce, se si fuma, se si ha un alto livello di colesterolo, il diabete e l’ipertensione arteriosa.

Un’importante correlazione è infine quella tra stanchezza e depressione ma anche tra stanchezza e tumori.

Per quanto riguarda poi la sindrome da stanchezza cronica (cfs) o da affaticamento cronico, molte sono le persone che ne sono colpite, ma gli studi per riuscire a identificarne cause e cure sono ancora in corso. Nonostante alcuni casi siano stati risolti e altri migliorati, nella maggior parte dei casi non si sono ottenuti risultati. Inoltre spesso le persone affette da CFS faticano anche a vedersi riconosciuta la malattia, difficile da individuare e da definire, ma sicuramente invalidante.

La stanchezza cronica è un peso che affligge che non si riduce con il riposo, che non si attenua e che spesso è accompagnata da disturbi della memoria e della concentrazione, faringite, dolori alle ghandole linfonodali cervicali e ascellari, dolori muscolari e articolari senza altre infiammazioni in corso, cefalea, debolezza patologica immotivata e debilitante.

Molte ricerche sono in corso per comprendere come meglio intervenire nei casi di sindrome da stanchezza cronica, una malattia che è sempre più diffusa e sul quale l’attenzione dei media e del mondo scientifico è, finalmente, desta.

martedì 13 maggio 2008

fermiamo l'ecstasy!!!!

Che l’ecstasy faccia male lo si è sempre saputo e si è cercato di comunicarlo in tutti i modi ai giovani che, ciò nonostante, ne fanno un abuso smodato ignorando la pericolosità di una droga sintetica tanto potente e nociva. Come spiegare ai ragazzini che quella che stanno assumendo non è una semplice pastiglia che potrà dare loro l’illusione del benessere, o meglio, dell’alienazione, per una sera, ma piuttosto una condanna di menomazione a vita?
Anche le riviste scientifiche più accreditate a livello internazionale hanno scritto chiaramente che gli effetti neurotossici dell’ecstasy sono devastanti, e l’ultimo intervento illuminante, in tale proposito, porta la firma del professore Nicoletti dell’istituto

Neuromed di Isernia in calce alla prestigiosa rivista “journal of Neuroscience”, quotata come una delle migliori pubblicazioni internazionali in campo medico. Dal pulpito di tale autorevolezza,

Nicoletti lo sottolinea chiaramente: l’ecstasy “induce nell’ippocampo, area cerebrale coinvolta nella memoria, la formazione di radicali liberi e modificazioni intracellulari che possono contribuire al danno dei processi di apprendimento e della memoria”.

Modificazioni simili a quelle prodotte dal morbo di Alzheimer, tanto per intenderci, che producono un progressivo e inesorabile deterioramento delle funzioni cognitive e della memoria.Forse non sarà questo mio post a impedire a qualcuno di assumere l’ecstasy, ma credo che la sensibilizzazione in questo senso debba essere capillare, vorrei che i giovani arrivassero a vedere come si trasforma una persona affetta dal morbo di Alzheimer, come si dimentica di se stessa e degli altri, come perde l’autonomia e la dignità del ricordo, già è un’indicibile sofferenza vedere la devastazione di una simile regressione in un anziano che amiamo e che sappiamo avere vissuto, ma pensiamo ad un giovane che rinuncia deliberatamente, con una leggerezza assolutamente ingiustificabile, ad avere un futuro....

lunedì 28 aprile 2008

"nella scuola si sono verificati casi di pediculosi, si prega di controllare con attenzione la testa dei vostri bambini..."

Basta sentire il termine "pediculosi" che molte persone iniziano a grattarsi per l'associazione di idee che questo comporta. Suvvia, ammettiamolo, tutti li abbiamo avuti almeno una volta nella vita, e non è una colpa ma una condizione frutto della società in cui viviamo. Avere i pidocchi non è sintomo di trascuratezza o di carenza di igiene, ma "sono cose che capitano", non resta che prendere provvedimenti e intervenire per eliminare la presenza dei parassiti in modo definitivo. Definitivo, fino ad un certo punto, in quanto non esistono prodotti "preventivi" anche se a volte vi vengono venduti con queste promesse. I pidocchi si trasmettono per passaggio diretto o indiretto, il trasferimento può avvenire attraverso gli abiti o direttamente da capello a capello, certo quando in una famiglia si riscontra un caso di pediclosi, occorre intervenire immediatamente per evitare che si estenda ad altre persone.

I rimedi della nonna, e chi non se li ricorda, energiche lavate di capo con l'aceto e poi ore a fare scorrere il pettine sottilissimo tra i capelli, solitamente questo rito veniva accompagnato dal drammatico taglio di capelli. Poi sono arrivati i prodotti specifici. E ora i prododtti specifici sono diventati quasi inutili, sempre più spesso capita che i trattamenti risultino inefficaci, forse l'uso eccessivo di determinate sostanze chimiche ha prodotto una sorta di assuefazione, forse la genetica stessa dei pidocchi ha elaborato generazioni di superpidocchi particolarmente resistenti.

Dunque che fare quando occorre intervenire?
Probabilmente la soluzione migliore è data dall'interazione di comportamenti tutti volti ad arginare e a limitare il proliferare di questi minuscoli mostriciattoli. Intanto, bisogna dire che un pidocchio femmine vive all'incirca 3 settimane, periodo durante il quale depone 300 uova, chiamante lendini. Le lendini, piccole e gelatinose, si attaccano ai capelli e rimuoverle diventa difficile quanto necessario. La sensazione di prurito è causata dal pidocchio che si attacca alla cuta e succhia il sangue. Un buon trattamento va ripetuto per alcuni giorni in modo da sterminare anche i pidocchi nati dalle lendini sopravvissute ad un primo intervento "manuale" attuato con il vecchio pettine sottile. I prodotti in commercio sono tanti, può capitare che alcuni si rivelino inefficaci, non resta che provarne altri, tra le varie soluzioni forse la migliore è la mousse perchè s i applica in modo uniforme sui capelli, viene mantenuta per un tempo tale da assicurare un risultato e contiene una quantità di principio attivo che resta stabile. Lo shampoo, invece, viene diluito con l'acqua e perde la potenza dell'azione concentrata, anche le polveri non sono generalmente apprezzate perchè difficilmente si stendono uniformemente, mentre un'altra valida soluzione è la crema, simile alla mousse. Esistono poi degli spray che dovrebbero avere un'azione repellente.
Oltre al trattamento personale, occorre intervenire anche su pettini, spazzole, abiti, lenzuola e biancheria, in modo da lavare e disinfettare tutto quanto possa contenere pidocchi o uova, se non si possono lavare (meglio a secco) i peluches, veicoli di trasmissione al pari degli abiti, può essere una buona soluzione isolarli mettendoli, meglio se all'aperto, per almeno 48 ore. Il pidocchio infatti non sopravvive lontano dal cuoio cappelluto.

L'unico comportamento preventivo può essere quello di attuare comportamenti sicuri, soprattuto per quanto riguarda la gestione dei bambini. Poter appendere i giubbotti o gli accappatoio (o altri abiti) in modo da evitare il contatto con i vestiti altrui è un modo per limitare il contagio, ma a parte questi accorgimenti, i pidocchi sono una realtà periodica che si ripresenta in concomitanza con alcune stagioni, e le farmacie vengono svaligiate nel giro di pochi giorni da ogni rimedio di scorta, perchè il fattore contagio è altissimo.


Aggiorno questo post inserendo utili consigli per chi cerchi una soluzione alla pediculosi tramite rimedi naturali:

Si sono rivelati utili l'olio essenziale di rosmarino e di lavanda.

lunedì 21 aprile 2008

LA NUOVA RISONANZA MAGNETICA PER OBESI E CLAUSTROFOBICI

E’ prodotta dalla Siemens la prima risonanza magnetica studiata per dare un maggiore confort ai pazienti, soprattutto per le persone che soffrono di claustrofobia e gli obesi. Rispetto ai tomografi tradizionali, il tunnel è più ampio di circa 30 centimetri, la forma è più compatta e soprattutto la lunghezza è decisamente inferiore, si parla di 125 centimetri contro i 2 metri tradizionali. Data questa dimensione contenuta, nella maggior parte dei casi sarà possibile tenere la testa al di fuori del tunnel, con il vantaggio evidente di un approccio più sereno meno turbato da pressioni psicologiche.
Questo tipo di struttura è ampiamente utilizzato negli Stati Uniti, dove l’incidenza degli obesi sul totale della popolazione è molto elevata, e per quanto il problema obesità sia più contenuto in Italia, sfiorando circa il 10% della popolazione, l’esigenza di poter rendere fruibile un servizio di diagnostica sanitaria tecnologicamente avanzato a tutta la popolazione è sicuramente un obiettivo sanitario che deve essere perseguito. Attualmente il tomografo è disponibile presso la Casa di Cura Igea di Milano, ma è facile pensare ad una prossima diffusione capillare sul territorio nazionale per venire incontro alle esigenze della popolazione. Per una persona obesa, il limite fisico di dover entrare in un tunnel troppo stretto per contenerne il corpo è un ostacolo invalicabile, ma anche il fattore psicologico che condiziona i claustrofobici non può essere sottovalutato, infatti i tempi di permanenza per l’effetuazione di un esame sono lunghi, e la costrizione di una postura immobile dovrebbe essere accompagnata ad uno stato di calma assoluta, soprattutto per quanto riguarda il movimento prodotto dalla respirazione che rischia di inficiare i risultati. Sicuramente, per un claustrofobico, il dover effettuare una risonanza magnetica è motivo di panico e di rifiuto psicologico che spesso si traduce nella concreta impossibilità di riuscire ad effettuare l’esame, esame che, ovviamente, viene prescritto quando si ritiene sia indispensabile per una corretta diagnosi.
Insomma, un circolo vizioso che condiziona la vita di molte persone, rendendo anche difficile la gestione degli strumenti e dei tempi da parte del personale sanitario che se ne occupa.
Ovviamente, oltre alla forma e alle dimensioni del tomografo, la macchina è tecnologicamente avanzata e permette l’effettuazione di esami precisi, oltre alla possibilità di digitalizzare immediatamente l’immagine permettendo l’immediata condivisione dei referti.

venerdì 18 aprile 2008

dietro front su vitamine e integratori!

Se siete degli abituali consumatori di integratori vitaminici, questa notizia potrebbe davvero lasciarvi senza parole. Pare che non solo siano “inutili” ma spesso addirittura “dannosi” per la salute, a dirlo sono i ricercatori dell’Università di Copenhagen, che hanno condotto ben 67 studi su 230 mila persone sane. Ai termini delle sperimentazioni, non solo non sono stati dimostrati i presunti benefici attribuiti a integratori vitaminici e antiossidanti, ma addirittura i prodotti sintetici presentano un aumento del rischio di morte prematura, valorizzata sul 16%. Dati piuttosto inquietanti, dal momento che solitamente chi assume integratori è proprio colui che più cerca di curare la propria salute e il proprio benessere psicofisico, anche a rischio di ingenuità che poi, a quanto pare, si rischiano di pagare davvero care. Nello specifico, pare che l’effetto dei radicali liberi interferirebbe con il sistema immunitario, soprattutto per quanto riguarda le vitamine A ed E e il beta carotene. Per quanto riguarda la vitamina C, non è stato riscontrato alcun effetto negativo derivante dalla sua assunzione, ma pure non è stato riscontrato alcun beneficio.
Il consumo di integratori in pillole, negli ultimi anni, ha assunto proporzioni veramente notevoli, sia per quanto riguarda la sfera sportiva, in cui la ricerca dell’ottimizzazione della prestazione porta ad approfondire ogni campo a disposizione di applicazione di variabili, sia nella gente comune, persone generalmente attente alla propria alimentazione e al proprio stato di salute che, ingerendo una dose di vitamine in pillole, sono assolutamente convinte di fare un investimento positivo per il proprio futuro. Il mercato di tali integratori è diventato imponente, sono uno dei prodotti di punta dell’industria para-farmaceutica che scatena maggiormente la concorrenza, dando il via ad un meccanismo spesso sproporzionato di marketing, di pubblicità, di condizionamento dell’idea stessa di salute e benessere.
Il modo migliore per assumere vitamine, è, ovviamente, attraverso un’alimentazione corretta, che preveda varietà e attenzione per la scelta degli ingredienti, i primi alleati per la salute umana sono i principi contenuti nella frutta e verdura che dispensano benefici a costi contenuti, l’alimentazione è il primo fattore su cui investire per avere una popolazione sana, i surrogati che dovrebbero sopperire alle carenze di una normale alimentazione non sono una soluzione, anzi, possono diventare l’inizio di un problema più grande.

martedì 15 aprile 2008

CLONAZIONE:VARCATE NUOVE FRONTIERE

E’ di questi giorni una notizia che fa riflettere molto il mondo scientifico e non solo, perchè la tecnica che aveva permesso la clonazione della pecora dolly, messa a punto dal Roslin Insitute di Edimburgo, è stata perfezionata, modificandola radicalmente e ponendo la questione clonazione di nuovo di fronte all’opinione pubblica, con presupposti scientifici e morali nuovi e pericolosamente audaci.
La nuova tecnica prevede che una cellula della pelle di un esemplare adulto venga inserita in un embrione creato in provetta durante i primi stadi di sviluppo,in pratica le staminali embionali vengono ottenute da cellule della pelle fatte regredire fino allo stadio di cellule pluripotenti, la metodologia è decisamente più semplice rispetto agli elaborati esperimenti che avevano fatto nascere dolly, e questa semplicità di realizzazione è sicuramente un fattore da tenere in considerazione che può spingere scienziati o paesi con pochi scrupoli ad approfondire autonomamente queste ricerche, estendendosi facilmente anche sull’uomo.
Per ora i risultati effettuati su topi hanno sono stati considerati incoraggianti, la percentuale di “clonazione” andata a “buon fine” è molto alta e gli effetti collaterali sembrano essere irrilevanti. Paradossalmente, la metodologia adottata pare possa essere facilmente accettata anche dal mondo cattolico e dai governi generalmente più restrittivi nel campo della speriementazione scientifica, creando un nuovo punto di vista che sicuramente aprirà dibattiti e speculazioni atte a difendere o a condannare quella che resta una delle frontiere scientifiche più inviolabili: la duplicazione umana.

Aviaria: elaborato un primo vaccino

Nel 2005 e nel 2006 l’aviaria ha creato il panico in molta popolazione mondiale, condizionandone le abitudini alimentari, spesso immotivatamente, con la minaccia di questa malattia con una percentuale di mortalità quasi totale. Non tutte le persone che sono state colpite dai focolai di influenza aviaria sono morte, in alcuni individui il sistema immunitario ha reagito al virus HTN1 neutralizzandolo, ed è proprio da questi “miracolati” che la ricerca è partita per mettere a punto un primo vaccino che sfrutta queste risorse immunitarie per arginare e combattere eventuali minacce di pandemia. Il vaccino allo stato attuale è importante soprattutto per la ricerca, oltre che per i casi di emergenza estrema, attraverso lo studio degli anticorpi naturalmente sviluppati nel corpo umano, sarà infatti possibile elaborare dei farmaci-anticorpi prodotti sinteticamente in laboratorio, e dunque su larga scala. La ricerca che ha portato a questi primi grandi risultati, e che ha obiettivi ancora grandi da perseguire, è condotta da uno staff di ricercatori turchi e statunitensi coordinati da Richard Lerner del centro di ricerca californiano “the scripps research insitute, La Jolla”.

venerdì 11 aprile 2008

Settimana Nazionale della Tiroide

La Settimana Nazionale della Tiroide”, in programma dal 12 al 16 maggio 2008, permetterà ai cittadini che si recheranno negli ospedali aderenti di sottoporsi ad una visita specialistica gratuita per verifica l’eventuale presenza di alterazioni della tiroide. Promotori dell’iniziativa sono il Club delle U.E.C, l’Associazione delle Unità di Endocrinochirurgia Italiane e l’Associazione Italiana della Tiroide, con il patrocinio della Società Italiana di Medicina Generale e di Cittadinanzattiva. Ad aderire all’iniziativa saranno 100 ospedali, per conoscere quello più vicino si dovrà telefonare al numero Verde 800.911.255 a partire da lunedì 5 maggio. Saranno effettuate circa 5000 visite gratuite, circa 10 al giorno in ognuno degli ospedali aderenti, una quota importante come iniziativa ma simbolica rispetto alla percentuale di popolazione che soffre di disturbi alla tiroide, l’evento vuole essere sostanzialmente una campagna di sensibilizzazione per quello che riguarda la prevenzione e la diagnosi precoce. Grazie a strumenti sofisticati è possibile rilevare noduli anche di minime dimensioni che, generalmente, si rivelano benigni La maggior parte delle malattie della tiroide viene curata con terapie farmacologiche, solo in minima percentuale si ricorre all’intervento chirurgico, e anche in questo caso l’intervento ha raggiunto un grado di perfezionismo tale da garantire cicatrici di piccole dimensioni e ridurre al minimo il rischio di danneggiare le corde vocali. Le malattie della tiroide più difuse sono l’ipotiroidismo, l’ipertiroidismo e il nodulo, con o senza gozzo.


nuova tecnica per asportare l'appendicectomia

La chirurgia laparoscopica, ossia quella che viene effettuata limitando al massimo l’aspetto invasivo e riducendo al minimo le cicatrici e dunque i punti di sutura, si è rivelata adattabile anche nell’appendicectomia. Nell’Università della California di San Diego è stata messa a punto una tecnica che prevede l’asportazione della appendice tramite una sonda introdotta lungo l’esofago del paziente. La tecnica è ancora in fase di sperimentazione, un intervento analogo, ma con metodologia differente, era già stato approntato in India. Se questo tipo di intervento verrà adottato in maniera routinaria o se rimarrà una variante da adottare in casi particolari, è difficile dirlo, certo è evidente che si cerca di sfruttare sempre di più la laparoscopia, considerata la tecnica del presente, ma anche del futuro.

mercoledì 9 aprile 2008

prima di partire per un lungo viaggio....

Se state programmando un viaggio nelle aree tropicali o subtropicali, non si può trascurare la profilassi sanitaria. Non sarà necessario vaccinarsi contro tutte le malattie che vado ad elencare, ma se per curiosità volete sapere a quali rischi si possa andare incontro, eccone un elenco piuttosto completo.

Le malattie legate all’ambiente (e relative cause) che colpiscono i viaggiatori sono, in ordine di incidenza (quindi dalla più diffusa alla più rara):

-18pt;">Malaria (causata dalla zanzara Anopheles)
Tripanosomiasi africana (glossina )
Tripanosomiasi americana (cimici)
Leishmaniosi (phlebotomus)
Febbre gialla – Dengue (zanzare aedes-haemagogus)
Encefaliti virali (zanzare culex-anopheles, zecche)
Febbre ricorrente (pidocchi, zecche)
Peste (pulci)
Tifo petecchiale (pidocchi)
Filariosi linfatiche (zanzare culex- anopheles)
Filariosi cutaneo-dermiche – Loiasi (chrysops (tafani) e Oncocercosi (simulium)
Carbonchio (animali malati o loro prodotti)
echinococcosi – contatto con cani e ingesione di alimenti contaminati con escrementi di cani
rabbia – morso, graffio o leccamento da animale infetto
febbri emorragiche: junin e machupo in sud america, febbre di lass n Africa, febbre emorragica con sindrome renale in estremo oriente, ex urss, europa sud-orientale
schiostosomiasi ( acqua dolce, molluschi)

Le malattie legate all’alimentazione che colpiscono i viaggiatori sono, in ordine di incidenza:

Diarrea del viaggiatore
Salmonellosi maggiori e minori
Shigellosi
Colera
Brucellosi
Poliomielite anteriore acuta
Diarre da enterovirus
Epatite a, e
Amebiasi
Giardiasi
Criptosporidiosi
Ciclosporiasi
Tricocefalosi
Teniasi
Ascardiasi
Echinococcosi
Clonorchiasi
Trichinosi

Le malattie legate ai contatti interpersonali che possono occorrere sono:

Malattie sessualmente trasmissibili (epatite B, C, infezione da HIV, infezione da H. simplex w, gonorrea, sifilide, ulcera molle, donovanosi, linfogranuloma venereo, uretrite acuta, vulvo vaginite)

Malattie trasmesse per stretto contatto personale (da ectoparassiti)

scabbia e pediculosi del pube

Malattie trasmesse per via aerea

difterite e meningite meningococcica

Un paio di mesi prima della partenza è opportuno sottoporsi ad un counselling che terrà conto della zona da visitare oltre ad altri fattori legati alla salute del viaggiatore, età, sesso ecc... per decidere quale profilassi è consigliabile effettuare. Genrealmente è necessario vaccinarsi o effettuare un richiamo per la febbre gialla, l'epatite A e B, il tifo addominale e paratifi, tetano-difterite e poliomielite, in casi particolri potranno essere aggiunte altre profilassi (meningite meningococcica, rabbia, tubercolosi, morbillo, encefalite giapponese ed encefalite da zecche).

Diversa la protezione dalla malaria, che si basa sull'assunzione di farmaci diversificati in relazione alla zona da visitare e all'utilizzo di repellenti cutanei e altri accorgimenti atti a tenere lontane le zanzare.

Il malessere comunque più accusato durante un viaggio è la diarrea del viaggiatore, inconveniente che può essere evitato con alcuni accorgimenti: preferire cibi ben cotti e correttamente conservati, bevande preparate con acqua bollita o imbottigliate, scegliere le verdure crude solo se lavate con grande cura, sbucciare la frutta personalmente, evitare di aggiungere ghiaccio alle bevande e non consumare alimenti comprati dai venditori ambulanti.

Detto ciò, potete iniziare a sfogliare i cataloghi delle vostre vacanze.


martedì 8 aprile 2008

una ricercatrice italiana firma il mix 557

Le favolose proprietà dell’iperico erano già conosciute dalle nostre nonne, che avevano la buona abitudine di prepararne un olio e tenerlo in casa per le evenienze, ma anche nell’epoca moderna fatta di strumenti sofisticati che permettono di creare medicinali all’avanguardia, l’iperico recalama il suo posto nell’applicazione farmacologica moderna. Due ricercatori dell’Enea, Fiorella Carnevali, veterinario, e Stephen Andrew van del Esh, biologo, hanno brevettato il “mix 557” ovvero un unguento ricavato dall’iperico in associazione con un’erba asiatica, il Neem, anche conosciuta come Azadirachta indica, usata anch’essa fin da tempi immemori come pianta medicinale indiana, in particolare per le sua doti di repellente. I risultati ottenuti dalla sperimentazione, sia su animali che su popolazione umana, hanno dato esiti veramente eccezionali. In pratica, associando le capacità cicatrizzanti dell’iperico a quelle biocida e repellenti del Neem, si ottiene un unguento che crea una patina protettiva sulle ferite, di qualsiasi dimensione ed entità, permettendone la cicatrizzazione rapida in un ambiente sterile. La medicina, che sarà introdotta a breve in commercio, avrà un utilizzo sia umano che veterinario, evitando per esempio le infezioni causate da insetti quali mosconi, tafani, zanzare ecc....e dal deposito delle uova di questi insetti. Grandi applicazioni per questo farmaco si presume possano anche riguardare il campo delle grandi ustioni, dove una delle principali cause di morte è proprio l’attacco di germi sulla superficie lesa.
L'attenzione su questo nuovo unguento è molto alta perchè i risultati e le applicazioni sono veramente ampi e permettono di curare le ferite gravi in breve tempo e con risultati di cicatrizzazione eccellenti, ferite complesse da raschiamento da asfalto, precedentemente trattate in modo complicato e con decorsi di guarigione lunghi, potranno essere risolte in poche settimane, e le sperimentazioni effettuate sui pazienti affetti da ulcere ne hanno rivelato immediatamente il carattere di grande farmaco, ma le aspettative più alte restano quelle sulle applicazioni dei grandi ustionati.
Finalmente un nome italiano che firma uno dei ritrovati più rivoluzionari, e tradizionali al tempo stesso, in quest'epoca di scoperte scientifiche continue ma non sempre all'avanguardia per necessità reale e utilità d'applicazione.
A breve dovrebbe essere introdotta in commercio con la Rimos, una società del consorzio medicale di Mirandola.

lunedì 7 aprile 2008

L'iperidrosi

L’iperidrosi è la sudorazione eccessiva localizzata nell’area ascellare e delle mani, fenomeno di cui soffre circa l’1% della popolazione. In alcuni soggetti si sviluppa in seguito a determinate condizioni, può essere uno strascico della menopausa, o un effetto dettato dall’obesità, o ancora conseguenza di ipertiroidismo o terapie ormonali, ma vi sono anche soggetti in cui la sudorazione è eccessiva e fastidiosa fin dall’età giovanile. E non sempre convivere con questo disagio è facile, certo non piacevole.

La sudorazione alle mani viene spesso sottovalutata, ma esattamente come quella ascellare, causa disagi e difficoltà psicologiche a chi ne soffre, condizionandone la vita quotidiana.

Solitamente i primi accorgimenti che si adottano sono l’uso di prodotti antitraspiranti, che si rivelano però pagliativi di scarso aiuto. Altri trattamenti possono essere la ionoforesi e l’infiltrazione della tossina botulinica, ma quest’ultimo è particolarmente doloroso e non risolutivo.

Si può intervenire anche chirurgicamente per risolvere il problema, con un tipo di intervento che ha una percentuale di successo del 95%, la simpaticotomia toracica endoscopica. L’intervento viene effettuato in anestesia totale perchè occorre collassare temporaneamente il polmone per poter procedere, ma i tempi di degenza sono ridotti al minimo e il dolore causa dell’operazione è considerato tollerabile, non vi sono neanche particolari terapie post-operatorie da seguire e le cicatrici risulteranno minime, quasi invisibili.

Vengono praticati due piccoli fori nell’area ascellare e attraverso questi si accede ai gangli simpatici del torace, effettuando la sezione della catena simpatica in punti diversi a seconda del problema da risolvere (sudore solo ascellare o solo palmare o palmo-ascellare). L’operazione viene effettuata limitando l’aspetto invasivo grazie all’introduzione di un’ottica collegata ad una telecamera che permette di visualizzare con chiarezza tutti i dettagli anatomici.

Personalizzando il tipo di intervento, vengono ridotte fortemente le possibilità di causare effetti collaterali, quali l’eventualità di una sudorazione compensatoria diffusa su altre zone del corpo, come schiena, cosce addome, solitamente di entità non particolarmente fastidiosa e considerata accettabile, e la sindrome di Horner, cioè l’abbassamento della palpebra.


domenica 6 aprile 2008

Il gamma orizanolo

Il gamma orizanolo e l’olio di riso. Elisir di lunga vita o massiccia operazione pubblicitaria?

Il gamma orizanolo è un insieme di molecole diverse contenute nel seme del riso che possiedono caratteristiche di acidi (chiamati acidi ferulici) in quantità variabile.

IL gamma orizanolo è recentemente oggetto di grandi discussioni per le sue presunte capacità anti-colesterolo che lo imporrebbero sul mercato alimentare, prevalentemente sotto forma di olio di riso ma anche di capsule (integratori alimentari).

Nell’olio di riso, bisogna comunque notare, ma del resto è riportato chiaramente anche sulle etichette del prodotto in commercio, che l’orizanolo è aggiunto alla fine del processo produttivo, in quanto si parla di riso e non di olive, per cui non si parla di spremitura ma di estrazione, e questo rappresenta comunque una sofisticazione del prodotto (non si può fare in casa, insomma…). Al di là di quello che è il processo produttivo, le doti attribuite al gamma orizanolo nella riduzione del colesterolo e anche del danno causato, ossia dell’arteriosclerosi, sembrano essere veramente notevoli, o meglio, incoraggianti.

Incoraggianti perché scientificamente sono stati effettuati ad oggi solo pochi test su campioni di popolazione numericamente molto limitata, per cui non si hanno a disposizione dati reali per poter avvalorare i dati ottenuti invece dagli esperimenti in vitro e sugli animali, che sono molto promettenti.

L’olio di riso contenente il gamma orizanolo ha ottenuto il benestare del Ministero della Salute per essere introdotto sul mercato, è un alimento sano e alternativo, ma non è una medicina, e dunque non può sostituire trattamenti farmacologici, ma visto nell’ottica di una sana e corretta alimentazione volta a tutelare la salute e a limitare l’uso e soprattutto l’abuso di grassi dannosi per la salute, è una risorsa che permette di prendersi maggiormente cura del proprio benessere. Se poi la ricerca ci dimostrerà che effettivamente è un elisir miracoloso che permette di combattere il colesterolo, saremo tutti felici di fargli un po’ di spazio sulle dispense alimentari .

Non è un prodotto “nuovo” come invece ci viene proposto, e questo è abbastanza sintomatico di una forte operazione di marketing che vorrebbe presentarlo come elemento innovativo per aumentarne le vendite e introdurlo nelle abitudini alimentari dei consumatori.

sabato 5 aprile 2008

la disfonia

Come parliamo? Com’è la nostra voce? E soprattutto, che esempio di voce hanno i nostri figli intorno che condizioneranno la loro?

Si perché anche la voce è in un certo senso contagiosa, e le cattive abitudini rischiano di essere trasmesse con la conseguente perdita di capacità espressiva e comunicativa.

Da un punto di vista strettamente medico, la disfonia spasmodica, conosciuta anche come disfonia spastica o distonia laringea, è un disturbo molto raro, difficile da diagnosticare e difficile anche da curare, la chirurgia non offre benefici e tra i vari tipi di intervento l’unico che offre dei vantaggi sono le iniezioni della tossina botulinica, che riesce ad ottenere degli effetti benefici sulla voce per circa tre mesi, terapia che deve dunque essere ripetuta periodicamente. La disfonia spastica colpisce i muscoli vocali della laringe, i muscoli delle corde vocali hanno delle contrazioni che rendono il parlare faticoso e la voce risulta strozzata e forzata, tremante o apirata. I sintomi possono migliorare in alcune circostanze, quando ci si rilassa, se si ride, si canta o se si sbadiglia, e peggiorare in alcune condizioni, come il parlare al telefono o in stati di tensione emotiva. Ma la disfonia non è una malattia causata da stress.

Sempre da un punto di vista strettamente medico, la disfonia spasmodica può essere di tipo adduttorio, e si verifica con una contrazione eccessiva, involontaria e abnorme della muscolatura che avvicina le corde vocali, e la conseguenza è una voce strozzata, con un inizio e una fine bruschi. Nella disfonia di tipo abduttorio invece è eccessiva la contrazione dei muscoli che allontanano le corde vocali, e la voce risulta sussurrata, discontinua e affannosa, a tratti ansimante e tremante.

La causa della malattia è sconosciuta, accreditate le tesi di un trauma alle corde vocali e pare che anche l’uso di un farmaco, il fenotiazine, può essere considerato fattore di rischio. Indipendentemente dalle cause, si ritiene che nei pazienti disfonici vi sia un funzionamento alterato dei gangli della base, un’area del cervello che serve a coordinare la muscolatura di tutto il corpo.

Ma se la disfonia acutizzata e identificata come una malattia è rara, lo è meno la cattiva abitudine di sottovalutare la voce, cessando di ascoltarla per prestare attenzione solo al contenuto e non alla forma. Ma anche la forma, ovvero il tono della voce, è importante, fa parte delle nostre caratteristiche fisiche e possiamo cercare di valorizzarla, prestando attenzioni alle abitudini sbagliate da evitare e iniziando ad assumere comportamenti corretti.

La voce rauca, come quando si è influenzati, rischia di diventare una condizione abituale della nostra vita, soprattutto per via de atteggiamenti sbagliati. Il gridare, innanzitutto, il doversi esprimere con un tono di voce alterato per farsi sentire, condiziona le persone che ci stanno accanto e trasmette un esempio di voce distorta. La presenza di televisori o radio accesi ad alto volume rende faticosa la conversazione, perché per parlare occorre usare un tono di voce più alto degli apparecchi, e offre un pessimo esempio ai bambini che ascotano e non imparano le corrette diamiche del dialogo, fatto di tempi d’ascolto e di tempi di espressione. Anche il parlare sotto sforzo è una cattiva abitudine che affatica la voce e la distorce, così come il parlare senza guardare il nostro interlocutore in faccia è un fattore di dispersione, perché implica un meccanismo che alza la voce. Mentre, la voce “sana” deve poter uscire senza sforzo tanto ad alto quanto a basso volume, gridare non dev’essere una condizione abituale.

Le persone più a rischio disfnonia sono considerate quelle che parlano tanto, come gli insegnanti e le maestre, che spesso tendono ad alzare la voce per farsi sentire dai bambini, offrendo tra l’altro un modello sbagliato.

Cosa evitare per difendere e curare la propria voce:

* Chiamarsi a distanza ad alta voce, da una stanza all’altra della casa, per esempio, o da un balcone ad un cortile, sono abitudini sbagliate e sarebbe opportuno evitarle

* Parlare a volume eccessivo e cantare a squarciagola

* Parlare tanto anche quando si è raffreddati e senza voce

* Parlare troppo

* Parlare in ambienti fumosi e rumorosi

* Parlare durante uno sforzo fisico

* Parlare in fretta e in apnea, con concitazione

* Urlare per farsi sentire

* Non guardare in faccia le persone con cui si parla

E cosa è invece utile accorgimento per migliorare la nostra voce:

* Curare il valore della conversazione, rispettarne i tempi e le dinamiche, aspettare il proprio turno per parlare e guardando in viso il nostro interlocutore

* Chiacchierare senza fretta

* Chiacchierare in luoghi non rumorosi

* Non forzare la gola in condizioni di salute alterata

* Non parlare sotto sforzo, attendere di avere una respirazione regolare

venerdì 4 aprile 2008

la dislessia evolutiva

La dislessia evolutiva non è una malattia ma un disturbo che deve essere riconosciuto e affrontato con competenza e professionalità, nella migliore sinergia che si può costituire tra scuola, famiglia e servizio sanitario.

Il bambino che soffre di dislessia presenta dei sintomi che devono essere decifrati dagli insegnanti coinvolti nella sua educazione scolastica, e questo implica una lucida capacità di oggettività : i bambini dislessici, prima dell’identificazione del disturbo, vengono spesso considerati pigri, svogliati, indolenti, distratti, poco inclini allo studio e non è raro che vengano chiamati in causa eventuali disagi famigliari o problemi di natura psicologica. Un bambino dislessico viene frequentemente considerato un “peso” che rallenta l’apprendimento generale della classe, e i meccanismi psicologici che conseguentemente si innescano tendono a ferire il bambino, a offenderlo, a emarginare, a stillare la convinzione di essere meno intelligente rispetto ai compagni di classe.

La dislessia non è una malattia, non si cura e non si guarisce, ma un disturbo di tipo costituzionale forse legato anche ad aspetti ereditari. Un bambino dislessico non è meno intelligente dei suoi coetanei, ma deve convivere con l’incapacità del suo cervello di automatizzare il processo di lettura, cioè di leggere correntemente. Mentre la lettura, nei non dislessici, diventa un meccanismo quasi involontario, per cui osservando alcune lettere poste in successione leggerle è istintivo , nei dislessici questo non accade, e tutte le parole sono delle incognite che vanno affrontate con concentrazione e impegno, come se fossero sempre nuove e da scoprire. L’energia di un tale processo è sicuramente immensa, ed ecco perché è ancora più grande la frustrazione nel non riuscire ad accontentare le aspettative di insegnanti e famiglie raggiungendo gli obiettivi attesi per un bambino non dislessico.

L’origine della parola dislessia deriva dal greco dis (disfunzione, anomalia) e lexis (parola). Indica chiaramente la difficoltà nell’acquisizione di una lettura fluente nonostante si sia in presenza di un’intelligenza normale, di un normale livello di scolarizzazione e nell’assenza di patologie oculari, neurologiche e psichiatrice.

La dislessia non è affatto un fenomeno raro, colpisce 4 bambini su 100, in pratica un bambino in ogni classe, e data questa diffusione il problema non può e non deve essere sottovalutato, ecco perché negli ultimi anni molto si è investito per cercare di sensibilizzare e istruire, anche attraverso corsi di aggiornamento mirati, le professionalità coinvolte nelle fasi educative dei bambini, insegnanti delle scuole elementari in primis.

La dislessia non è una malattia e dunque non si guarisce, ma è possibile e anzi una precisa responsabilità dell’insegnante, trovare strategie alternative che permettano agli studenti dislessici di poter affrontare i propri limiti con maggior facilità e potersi concentrare maggiormente sulla propria autostima e conseguentemente sull’apprendimento. Gli studenti dislessici sono dotati di una diversa abilità rispetto ai normodotati, ma questo non deve essere un pregiudizio e una condanna ma una consapevolezza che deve essere approfondita per poter ottenere buoni risultati nel corso degli studi. L’uso di personal computer, per esempio, dotati di programmi di correzione automatica e di audio scrittura, di calcolatrici, la concessione di tempi più lunghi rispetto a quelli assegnati ai compagni non dislessici nella compilazione di questionari, test o compiti in classe sono tutti piccoli accorgimenti che possono limitare le difficoltà di apprendimento e permettere ai bambini dislessici di non restare indietro rispetto ai progressi raggiunti dei compagni di classe.

Consiglio a tutti quelli che volessero approfondire l’argomento di visitare il sito dell’Associazione Italiana Dislessia, dove è possibile trovare iniziative, informazioni, aggiornamenti, leggi e tutto quanto sia legato alla realtà della dislessia. E’ anche possibile sostenere il lavoro svolto dall’Associazione Italiana Dislessia individuandola come associazione destinataria del 5 per 1000 della dichiarazione dei redditi.

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