martedì 3 giugno 2008

nuove speranze per combattere il tumore al rene

Il tumore al rene è uno dei più devastanti con cui la ricerca scientifica si trova a combattere per cercare nuove strategie di attacco, le peculiarità di questo carcinoma lo rendono uno dei più difficili da trattare in quanto “non esistono screening di nessun tipo, da' pochi segni di se' e quei pochi sono aspecifici, ed e' quindi molto difficile arrivare a una diagnosi precoce." A sostenerlo è il Prof Camillo Porta, Oncologo presso l’IRCSS San Matteo di Pavia che presenta anche dati statistici allarmati. Ogni anno si registrano 200.000 nuovi casi, di cui 8.500 solo in Italia con un trend di aumento dagli anni ’60 ad oggi del 350% , il tasso di mortalità e del 50%, nel 35% dei casi viene diagnosticato quando il tumore si trova ad uno stato già incurabile mentre in un altro 35% delle diagnosi il tumore è già in fase molto avanzata.
Ma la ricerca, fortunatamente, procede, e dal lavoro di professionisti seri, motivati (e, almeno in Italia, sottopagati) arrivano quotidianamente nuove speranze che rincuorano e incoraggiano chi si trova a convivere con malattie devastanti fisicamente e psicologicamente. E anche per combattere il tumore al rene si è fatto un passo in avanti. Le speranze di guarigione sono aumentate grazie all’impiego dei farmaci biologici , nel caso specifico il “primo anticorpo monoclonale che inibisce l’angiogenesi e affama il tumore” si chiama “bevacizumab”. Aggiunto alle terapie standard questo anticorpo aumenta significativamente il tempo di vita dei pazienti inibendo il degenerare della malattia.
E’ un passo in avanti importante, un altro traguardo raggiunto dalla volontà umana di combattere le malattie e difendere la vita.

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