venerdì 23 maggio 2008

L'AIDS oggi

Oggi sappiamo più cose di quante non se sapessimo anni fa sull’AIDS, oggi la ricerca ha fatto grandi passi in avanti e il tasso di mortalità è passato dal 100% al 10%, non sono solo le aspettative di vita che si sono allungate, ma la qualità della stessa, la possibilità di condurre un’esistenza normale, nel rispetto della dignità umana e con la possibilità di “convivere” con quest’ombra meno minacciosa di un tempo.


Anni fa, per poter combattere l’AIDS, si era costretti ad assumere cocktail di farmaci micidiali, che potevano anche arrivare a 25 compresse al giorno, le conseguenze erano pesanti, sia psicologicamente, per il senso di impotenza che ne derivava, sia per i conflitti creati tra i medicinali stessi, che minavano ulteriormente la salute psicofisica del malato.

Oggi, non che l’AIDS debba essere sottovalutato, ma le condizioni di chi si trova a convivere con questa realtà non presentano più lo scenario disorientante di solo pochi anni fa.
Oggi basta una sola compressa al giorno, per esempio, per tenere sotto controllo la malattia.
Oggi il tasso di mortalità è pari a quello delle polmoniti.


La preoccupazione principale, piuttosto, sta nel fatto che, secondo le stime, il 40% della popolazione infetta da HiV non sa di essere malata, e continua le proprie normali abitudini di vita, trascurando di curare la propria salute e di prevenire il contagio nelle altre persone.


L’HIV, dice l’infettivologo Mauro Moroni, “ha cessato di essere un’epidemia diventando un’infezione endemica a trasmissione prevalentemente sessuale”.

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